In occasione di appuntamenti elettorali, come le prossime regionali de 2 e 3 aprile,
si moltiplicano i soggetti che si affannano in difesa del Servizio sanitario oppure, ligi alle direttive di Partito,
difendono a spada tratta le scelte dei Capi.
Ripensando ai miei trent'anni di impegno per l'ospedale di Cividale mi viene da sorridere.
E' così facile individuare la poca sincerità che si cela dietro dichiarazioni roboanti.
Allora ho pensato di risvegliare la memoria dei cittadini "sgarfando" nel mio archivio.
Spuntare una foto che dimostra il mio impegno di vecchia data. Certo, ero più giovane ma agguerrita come oggi!
Ecco la testimonianza della prima manifestazione (teatro Ristori di Cividale) del Coordinamento regionale dei Comitati di difesa dei piccoli ospedali.
Sempre gli stessi di cui si discute tutt'ora!
Combattemmo strenuamente giungendo ad indire un Referendum per abrogare la Legge Fasola.
Mancammo il cuorum perché molti non si rendevano conto della china che aveva imboccato la nostra sanità.
Da allora ho continuato a combattere, da Consigliere comunale e da cittadina e il mio impegno continua tutt'ora.
Correva l'anno 1995 e a capo della sanità regionale sedeva l'Assessore Giampiero Fasola.
Lo ricordate?
Quello che ha fatto fuori gli ospedali periferici e dato inizio a tutto il disastro che ora è sotto i nostri occhi.
Da allora sono passati molti Presidenti e molti Assessori, nessuno a voluto invertire la rotta tracciata da Fasola.
Eppure i segnali di sofferenza del Sistema, e delle popolazioni, si sono fatti sempre più evidenti con il passare del tempo.
Ora stiamo per raggiungere il tracollo eppure qualcuno insiste nel dire che "è tutto ok, stiamo investendo milioni".
Certo, per farne cosa?
Quando manca visione, quando manca capacità di ascolto degli operatori e degli ammalati, non è tutto ok.
E si sprecano risorse importanti.
Ecco perché il mio impegno per una sanità universale e di qualità resta immutato.
Per rispettare un impegno preso tanti anni fa verso i miei ammalati, le famiglie, la comunità.
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