I recenti episodi di aggressione ai Medici di Continuità assistenziale, ma anche a Medici di base e Infermieri, dimostrano l'urgenza di riorganizzare l'attività di questi professionisti affinché non si trovino a lavorare soli ed isolati con neppure la possibilità di chiedere aiuto in caso di bisogno. Come non dare solidarietà a chi opera veramente in prima linea a contatto con soggetti che, con frequenza impressionante, presentano disturbi psichiatrici non identificati. Anche la maleducazione e pretese irragionevoli sono sempre più frequenti.
Pertanto è indispensabile attivare velocemente e con decisione le aggregazioni di Medici affinché operino in gruppo. Perciò le Case della comunità devono essere aperte immediatamente almeno laddove esistono locali immediatamente disponibili.
Per quanto riguarda Cividale, questo è possibile senza attendere la costruzione di un nuovo edificio. Da tempo chiedo con insistenza di spostare l'ambulatorio del Medico di Continuità assistenziale, attualmente collocato al terzo piano del presidio sanitario. A maggiore ragione ora che viene aperto il Punto di Primo Intervento in locali che presentano aree dismesse ma utilizzabili a tale scopo, dando la possibilità di una opportuna contiguità.
Mi auguro che, finalmente, la mia richiesta venga accolta. Non vorrei che a seguito del tergiversare dell'ASU FC l'incolumità del personale fosse messa in serio pericolo, con esiti non prevedibili e che l'Azienda dovesse successivamente rispondere di questa trascuratezza.
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